Liquid Lab è un progetto di welfare culturale, rivolto alla cittadinanza, che lancia una nuova idea di biblioteca come fucina di idee in cui apprendere e sperimentare nel campo dei nuovi linguaggi e tecnologie, oltre che in quello della lettura. L’obiettivo del progetto è facilitare l’accesso alla cultura digitale e l’apprendimento delle nuove alfabetizzazioni, con un approccio fortemente improntato all’ibridazione tra le discipline scientifiche e le humanities. Tramite l’elaborazione di percorsi trasversali a diversi saperi, Liquid Lab promuove proposte educative e formative volte all’innovazione, coinvolgendo l’intero sistema bibliotecario cittadino.
Liquid Lab: un racconto data-driven nasce dall’idea di mettere al servizio di un progetto di welfare culturale alcune opportunità offerte dal digital storytelling e dalle narrazioni di progettualità guidate dai dati.
I dati oggetto di questa narrazione non sono dati raccolti utilizzando un metodo di ricerca statistico quantitativo o qualitativo; si tratta tuttavia di segni o tracce di eventi che ogni progettualità porta con sè. Il ciclo di vita di un progetto, sia esso ad alto impatto sociale o un piccolo progetto dal basso, nasconde delle proxy di fenomeni macro che possono essere indagati cercando pattern tra le righe o tra le colonne di un dataset e che meritano di essere restituiti alla collettività che li produce.
Dietro ciascun numero, linea, punto o percentuale si nascondono relazioni e vissuti che regalano uno spessore alla narrazione bidimensionale rappresentata sulle tavole che seguiranno.
E’ una premessa doverosa questa, che introduce la metodologia di analisi adottata, definita nel contesto anglofono Secondary Data Research & Analysis o più nostranamente Analisi Retrospettiva, applicata a dataset non strutturati, costruiti per finalità operative altre dalla presente analisi dei dati, ma che a differenza di altre tipologia di SDA si sviluppa in una raccolta dati interna allo stesso progetto Liquid Lab.
I dati grezzi utilizzati provengono da fonti differenti: documentazione amministrativa, fogli di calcolo come strumenti di project management, piattaforme per l’iscrizione agli eventi e ai laboratori organizzati dal partenariato di Liquid Lab, email con numeri e documenti formato testo, informazioni orali trascritte, memorie… in sintesi, flussi informativi che mostrano come il dato non esista in quanto qualcosa di già dato, ma sia potente proprio per la sua natura di costrutto, costruito e informato per scopi pre-definiti prima che eserciti la sua funzione di “dato”.
La costruzione dei dataset prima e le query ad essi rivolte dopo hanno avuto come obiettivo quello di rispondere alla domanda: ” Che cosa può produrre un progetto come Liquid Lab in termini di coinvolgimento della cittadinanza, attivazione della comunità educante, sviluppo di literacy ibride, costruzioni e potenziamento di reti cittadine?”
A partire da questa altezza e da un parziale (nel senso di “di parte”) punto di vista sono stati organizzati i dati tabellari per essere compatibili con gli strumenti di visualizzazione dati, quelle magiche piattaforme che rendono esteticamente gradevole e accessibile qualcosa di spesso repellente come un foglio di calcolo fittamente popolato di record.
Per concludere, questo lavoro è stato realizzato dalla nostra Flavia Politi, ma un ringraziamento grandissimo va a Elisa Dal Pozzo e Pirushanthi Kirubakaran che hanno svolto parte del loro Servizio Civile Digitale collaborando con noi e con i vicini di casa di Labàs. Grazie per aver attivamente collaborato alla pulizia e all’esplorazione dei dati e per aver posto domande mai banali che hanno reso più avvincente questo lavoro.
Buona lettura!
Liquid Lab | Un racconto data-driven di flavia politi