Sfide di una comunità educante
Sono il presidente di Archilabò ma qui oggi rappresento un’intera comunità educante, composta da realtà molto eterogenee che da anni lavorano insieme sul territorio.
Prima del finanziamento ottenuto grazie al bando Nuove Generazioni dell’Impresa Sociale Con i bambini forse non tutte le 14 organizzazioni del partenariato erano consapevoli del ruolo che giocavano sul territorio nel contrasto ai fenomeni di povertà educativa – non so se a qualcuno del Centro Sociale Lunetta Gamberini o agli ingegneri del FabLab di Piazza dei Colori era mai venuto in mente – e per questo posso affermare che una delle principali conseguenze dell’istituzione del fondo è esattamente questa: ha costruito consapevolezza rispetto all’impatto sociale che molte organizzazioni hanno sui territori di appartenenza, e sulle Nuove Generazioni che li abitano.
Da un altro punto di vista credo che il progetto Lunetta Park sia stato finanziato proprio perché il partenariato promotore era già una comunità educante che agiva su quel territorio, una comunità educante in cerca di sostenibilità e di una specie di equilibrio che cercherò di definire.
Senza la pretesa di essere esaustivo devo raccontare che con l’Istituto Comprensivo 21, che è una scuola non comune, con grandi capacità progettuali, al centro del partenariato, avevamo già previsto una biblioteca innovativa; la Fondazione Gualandi a favore dei sordi aveva partecipato alla realizzazione di un atelier creativo digitale per l’inclusione scolastica; FabLab era stato un partner indispensabile per le azioni a valere sul fondo asilo migrazione integrazione; l’Istituto Cavazza aveva coinvolto molti dei partner in un hackathon residenziale per la promozione della musealità inclusiva. La cooperativa Kilowatt aveva messo a disposizione le magnifiche Serre dei Giardini per un progetto partecipato di rigenerazione urbana che si è poi trasformato in un intervento di Land Art effettuato dagli studenti del Liceo Artistico Arcangeli che ha sede nello stesso quartiere. La maggior parte di queste azioni è stata finanziata negli ultimi anni attraverso il crowdfunding o si è auto-sostenuta. E ciò che è rilevante è che troppo spesso le iniziative culturali, i laboratori e i doposcuola specialistici sono stati frequentati soltanto dalle famiglie che avevano la possibilità economico-culturale di accedervi. Questo è l’instabile terreno su cui i soggetti di una partnership orientata all’innovazione sociale faticano a trovare un equilibrio: dopo un’analisi dei bisogni si progettano servizi per un target che non può accedervi.
Per l’ecosistema di Lunetta Gamberini, per i 1074 studenti che frequentano le scuole del territorio, il fondo per il contrasto alle povertà educative e il bando Nuove Generazioni rappresenta la possibilità di accesso ai contenuti culturali anche per chi non parte da una situazione paritaria, il fondo diviene cioè un integrale tra le differenze macroscopiche che si possono riscontrare nella popolazione scolastica. Un nuovo punto di partenza.
Da qualche anno i risultati dei test invalsi mettono in evidenza un dato banale: gli studenti efficaci, che ottengono punteggi (e aspettative di reddito) in linea con la media europea sono quelli che a casa hanno qualche libro sugli scaffali e la possibilità di utilizzare una connessione a internet. Le scuole allora devono aprirsi alla cittadinanza e al territorio e divenire HUB per la connettività e la promozione culturale in grado di compensare questa mancanza di strumenti. E ovviamente è necessario farlo anche fuori dall’orario curricolare, in percorsi informali legati alle competenze chiave per l’apprendimento permanente. Ecco come nasce il nostro progetto: nel contesto del parco Lunetta Gamberini, la nostra community propone la scuola come cardine dei processi di cittadinanza, in stretta sinergia con il territorio, luogo di crescita, incontro e integrazione socio-culturale e intergenerazionale.
Le attività si rivolgono principalmente ai minori della fascia d’età 5-14 anni, ma coinvolgono anche docenti (120) , genitori, famiglie e cittadini, per favorire la responsabilizzazione nell’assunzione dei ruoli educativi all’interno della comunità educante.
Le attività sono organizzate su sei linee di intervento che mirano rispettivamente a:
- Integrare i percorsi di apprendimento per lo sviluppo di competenze chiave;
- Intervenire per il contrasto della dispersione scolastica;
- potenziare il ruolo di docente ed educatori;
- promuovere e rafforzare le competenze genitoriali;
- aprire la scuola al territorio;
- allargare e attivare la comunità educante.
Queste linee di intervento prevedono 33 azioni specifiche che a partire dall’apertura pomeridiana della biblioteca scolastica innovativa – cuore metaforico del progetto – si susseguono per 24 mesi integrandosi nell’offerta formativa dei servizi educativi territoriali anche durante le vacanze estive e la pausa invernale.
In ultimo vorrei spendere una parola sulla valutazione di impatto di Lunetta Park. La valutazione d’impatto avverrà secondo il protocollo definito utilizzando metodi non sperimentali e confrontando nel tempo l’Istituto scolastico luogo dell’intervento con altri Istituti scolastici bolognesi che, per composizione degli alunni e caratteristiche del territorio di riferimento, possano essere efficaci scenari controfattuali. Ma al di là di questo, ad Archilabò – che è un’impresa sociale – crediamo di aver capito quando si può davvero affermare di aver generato impatto sociale.
Nel 2011 quando la nostra organizzazione è nata con un servizio territoriale per l’inclusione scolastica degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento, i nostri operatori si trovavano davanti a genitori smarriti, famiglie in difficoltà perché ai figli era stata diagnosticato un disturbo la cui espressività è soprattutto scolastica mentre nel mondo della scuola ancora non vi era conoscenza delle procedure e degli strumenti compensativi utili a costruire un percorso educativo efficace per la loro integrazione. Oggi invece a 9 anni dalla legge 170 tutti danno per scontati i servizi che in quel periodo chiamavamo protocolli innovativi e le prassi della scuola sono divenute protocolli chiari e quasi sempre efficaci per il successo formativo degli studenti con DSA.
Ecco allora che parallelamente potremo dire che Lunetta Park avrà un impatto sociale sufficiente se allo stesso modo fra cinque anni, questa collaborazione tra scuola e organizzazioni del territorio per favorire l’inclusione sociale e il contrasto delle povertà educative, sarà divenuto il primo ovvio obiettivo di attori sociali consapevoli di costituire una comunità educante.