La fine della pandemia del 2020 ha inaugurato una nuova stagione di ripresa che, come sempre dopo eventi storici sconvolgenti, promette grandi cambiamenti e piani di ristrutturazione e innovazione. Dopo anni di tagli agli investimenti e lacune strutturali mai risolte, in questi anni la Scuola italiana potrebbe avvicinarsi alla migliore versione di se stessa, a patto di cogliere le opportunità del PNRR con lungimiranza e senso di responsabilità.
Il nostro percorso al fianco della scuola pubblica è iniziato un decennio fa, quando con meno risorse economiche e una più debole propensione al cambiamento, abbiamo coltivato preziose collaborazioni con decine di scuole tra l’Emilia Romagna e il Piemonte. Da quelle esperienze, ben prima della DAD e della DDI, sono nate biblioteche scolastiche, ambienti di apprendimento digitale, libri digitali autoprodotti in classe.
Dal 2011 supportiamo ragazze/i, docenti e famiglie per promuovere il diritto allo studio favorendo il successo formativo anche in presenza di DSA e altri BES, abbiamo arricchito la didattica curricolare con i nostri laboratori sulle STEM e sulle soft skills, abbiamo animato le scuole al pomeriggio e nei mesi estivi con proposte educative inclusive, ambiziose, necessarie, divertenti.
Negli anni abbiamo collaborato con decine di docenti per rispondere ai loro fabbisogni formativi, ideando percorsi di aggiornamento professionale co-progettati con le scuole e realizzati con metodologie attive. Abbiamo lavorato per innovare il sistema di orientamento, sperimentando nuovi approcci per accompagnare le ragazze e i ragazzi nelle loro scelte di studio verso percorsi adatti ai propri interessi e caratteristiche personali. Abbiamo garantito supporto psicologico tramite gli sportelli d’ascolto e portato in aula l’educazione emotiva, per promuovere in ogni classe un clima relazionale positivo in cui è più facile imparare e crescere insieme.
Abbiamo creato comunità educanti gettando ponti tra la Scuola e il Territorio, incrociando domanda e offerta abbiamo portato la didattica curricolare nelle più belle biblioteche della città, abbiamo avvicinato le bambine e le ragazze alle materie STEM e favorito l’incontro delle classi di scuola dell’infanzia con il mondo della matematica e del pensiero computazionale.
Abbiamo imparato insieme ai docenti e alle loro classi che si può studiare latino creando un libro digitale interattivo in un laboratorio di podcasting. Sappiamo come trattare in classe i temi della cittadinanza digitale senza cadere in luoghi comuni che ci allontanano dalla nostra missione di diffondere competenze e favorire comportamenti consapevoli: non ci interessa demonizzare i videogiochi ma provare a programmarli, non ci spaventa l’utilizzo che i nostri ragazzi fanno dei social network ma ci interessa ragionare con loro di fake news e insegnare tecniche di fact checking.
Nella scuola del ventunesimo secolo facciamo spazio alla complessità, ricomponiamo vecchie e insensate separazioni tra ambiti disciplinari e lavoriamo per una didattica all’altezza dei più ambiziosi obiettivi. Le STEM non escludono l’arte e diventano STEAM (Science Technology Engineering Art Mathematics), le ALPH (Art, Literature, Philosophy and History) si evolvono di pari passo con lo sviluppo tecnologico e aiutano a comprenderlo e gestirlo, le neuroscienze suggeriscono come si impara e quindi come ha senso insegnare.
Nello spazio ibrido tra questi tre pilastri, sempre aperto alle suggestioni esterne e arricchito da nuovi intrecci tra questi poli interconnessi, Archilabò si muove da sempre con uno staff multidisciplinare e appassionato per progettare e realizzare proposte educative inclusive, ben calibrate sui reali bisogni e capacità, diversificate e originali nell’ideare inediti percorsi di senso e nuovi punti di incontro tra storia, filosofia, tecnologia, letteratura, matematica, scienze, psico-pedagogia, didattica e politica sociale.
Un lungo e paziente lavorìo nelle aule scolastiche e con i docenti e le loro classi nei principali centri culturali dei territori in cui operiamo, ci ha reso estremamente consapevoli delle fatiche che indeboliscono strutturalmente la scuola pubblica e chiamano in causa la parte migliore di quel Terzo Settore capace di agire con tempestività e buone idee.
Per la prima volta dopo molti anni dal dopoguerra, abbiamo a disposizione risorse economiche ingenti per generare cambiamenti sensati e duraturi. Ma come tutti i grandi piani di investimento pubblico, il PNRR non è di facile realizzazione e richiede senso di responsabilità, buone idee e capacità di agire bene e in fretta.
Come un algoritmo miope con istruzioni senza ordine di sequenza, generate da input imprecisi e confusi, restituirebbe risultati estemporanei, fuori controllo, così sarebbe rischioso e controproducente per le scuole assegnatarie di risorse selezionare interventi disparati e disconnessi sulla base di bisogni vagamente identificati e con obiettivi educativi e didattici incerti al solo fine di spendere per spendere.
Questo è il tempo di agire per chi come noi e le nostre scuole partner ha una visione complessiva, lungimirante, ambiziosa e realistica che si costruisce nel tempo e non può essere improvvisata.
Abbiamo messo a sistema il patrimonio professionale generato in oltre dieci anni di collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado: ne risulta un ricco ventaglio di proposte operative per gli interventi antidispersione (DM 170/22) e sulle linee di investimento per il potenziamento delle competenze STEM di studenti e studentesse (DM 65/23) e formazione del personale scolastico sulla transizione digitale (DM 66/23).
Il catalogo della nostra offerta è consultabile online e rappresenta il nuovo punto di partenza per coprogettare insieme alle scuole interessate.
Non una mera compravendita di laboratori e corsi di formazione ma un percorso dialogico per dare senso a questi investimenti e fare qualche passo verso la scuola che vogliamo.